Nel settore monumentale spicca la Chiesa Madre di gusto classico restaurata nel 1935.
I Ruderi della Torre A trentaquattro chilometri da Catania, sulle falde dell'imponente Etna e sulla costa che guarda al Mar Ionio, sorge Mascali.
Il nome deriverebbe dal bizantino Maskalis, ovvero fiorita, riferita evidentemente alle fertili terre che grazie alle vitalizzanti colate laviche producono impareggiabili colture.
Il paese, distrutto dall'eruzione del 1928, fu ricostruito su un sito più a monte della vecchia città medievale che fu anche sede della prestigiosa Callipoli, una ricca colonia calcidese.
Il centro abitato ospita, su un terreno poco più a sud della neoclassica e bella Chiesa Madre, i ruderi di una vecchia torre. La costruzione, dalla struttura robusta e regolare, doveva servire a proteggere il territorio circostante come dimostrano le dimensioni e lo stile del complesso.
L'edificio, che si apriva su una base quadrata e mostrava nelle sue forme il prevalente gusto gotico, era costituito da pietre laviche legate con malta. L'antica torre fu danneggiata notevolmente dal sisma che la privò della sua parte superiore.
Nelle mura della fortezza si nota una stretta apertura utilizzata dai soldati per tirare contro il nemico, rimanendo protetti. Più in alto si apre una finestra limitata lateralmente da elementi in pietra lavica; lo stesso materiale compone l'architrave che sostiene il carico sovrastante.
Di notevole effetto visivo è il contrasto tra il grigio scuro della torre, il verde dei giardini di limoni che si stendono tutto intorno e l'azzurro del cielo.